Il ministro Franceschini in questi giorni è riuscito a scagliarsi contro Apple e farmela risultare simpatica. Impresa difficile, molto difficile. È riuscito a far si che persino “Altroconsumo”, che denunciò Apple ottenendo una storica vittoria sulla questione della garanzia biennale, ora difenda Apple. Si, perché l’azienda del fu Steve Jobs ha rialzato i prezzi di tutti i suoi prodotti, ma solo in Italia. Così ora gli italiani pagheranno maggiormente lo stesso prodotto, rispetto agli altri paesi d’Europa. Il problema però è che Apple non sarà l’unica, è solamente la prima.
I motivi di questi aumenti però il caro ministro Franceschini li deve addossare solo a se stesso, oltre che a quel luminare della webtax, ovvero il caro Boccia Francesco. D’altronde dove ci sono idiozie fenomenali Boccia c’è. Si, perché il governo del nostro caro leader (sempre sia lodato) Renzi ha da poco aumentato l’equo compenso. Che cos’è? Citando Wikipedia: “L’equo compenso, o contributo per la copia privata è un contributo imposto ai produttori e agli importatori di prodotti elettronici finalizzati alla riproduzione o alla registrazione di contenuti creativi come indennizzo sull’utilizzo e la copia privata delle opere protette da diritto d’autore.“
Tradotto in parole povere: i geni pensano che chiunque acquisti un prodotto elettronico che possa memorizzare dati, quindi quasi ogni cosa, dal CD allo smartphone, lo faccia per salvarvi musica, film e simili, scaricati illegalmente, danneggiando così la SIAE. Peccato che, come dice il presidente di Confindustria Digitale questa è: “non solo una misura del tutto ingiustificata rispetto agli attuali trend tecnologici e di consumo, ma anche un segnale in contrasto con l’esigenza di favorire l’innovazione digitale nel Paese. L’aumento graverà inevitabilmente sulla dinamica dei prezzi, irrigidendo, per esempio, la politica delle offerte e degli sconti“. Infatti, puntualmente, ecco il rincaro Apple. Ma non perché a Cupertino sono cattivi ed odiano l’Italia, come solo un fenomeno come Franceschini può pensare, ma perché se tu mi applichi una nuova tassa su quello che vendo, come pensi che te la paghi? Con l’aria?
L’equo compenso è una cosa da tirannosauri dell’informatica, ed in effetti Franceschini incarna perfettamente questa visione, in buona compagnia di mister webtax Boccia. I motivi sono molteplici, ne elenco i 3 principali, secondo me:
- Quanti sono ad oggi che, nell’epoca di Youtube, Spotify e Netflix (no, scusate, quelli ci han detto che le nostre reti fanno schifo e in Italia non vengono) che scaricano ancora contenuti per salvarseli su CD, DVD e simili? O girano con maree di film nei cellulari?
- Perché la casalinga di Voghera che si compra il CD per salvarsi le foto della gita al mare con i nipotini deve pagare la SIAE? Sono materiale protetto da diritti d’autore i suoi nipoti?
- Perché se io pago la SIAE sono ugualmente passibile a sanzioni amministrative e penali, in quanto copie illegali?! Ma io li ho pagati i diritti d’autore, pure forzatamente, e mi dite che delinquo ugualmente?
A questo punto una cosa intelligente, che mal si coniuga però col nostro ministro, sarebbe quella di fare un canone fisso, annuo, e facoltativo. Ovvero: tu mi paghi X € annui, con questi puoi salvarti quello che vuoi, senza rischiare nessuna sanzione. Non lo fai perché non scarichi nulla? Perfetto. Ma se ti becco poi si passa alle sanzioni. Purtroppo non lo faranno mai, anche perché sanno che quelli che oramai scaricano e conservano sono veramente pochissimi. Il ministro lo sa, ma è troppo scomodo ammetterlo, per gli amiconi della SIAE. Lo sa perché fu il suo predecessore a commissionare lo studio, ma ora quel dossier lo si tiene ben chiuso nel cassetto! Chi volesse approfondire: Equo compenso: ecco il documento che imbarazza SIAE.
Venendo alla stretta attualità, grazie alla denuncia di un operaio fiorentino, l’UE sta pensando di aprire un’indagine sull’equo compenso italiano. Motivo? L’equo compenso sarebbe in realtà un aiuto di stato alla SIAE, ma questo è vietatissimo dalle norme europee. Ma noi siamo esperti a fregarcene che tanto, anche se ci multano, paghiamo sempre noi, volentieri, e manco lo sappiamo. Per anni abbiamo pagato per Berlusconi le multe su Rete4, che volete che sia un “equo compenso”?! Intanto anche “Altroconsumo” sta muovendosi, sia con un ricorso al TAR del Lazio che con una richiesta al divin Renzi, supportata da 100.000 adesioni raccolte online.
Concludo citando nuovamente “Altroconsumo”: “Altroconsumo chiama ora il Governo Renzi ad una scelta di campo: se stare dalla parte del carrozzone obsoleto e non trasparente di SIAE oppure dalla parte dei consumatori e del loro diritto a fruire dei benefici dell’evoluzione tecnologica. È giunta infatti ormai l’ora di innovare e rendere più efficiente anche la sacrosanta tutela dei diritti degli autori“. Quanto scommettiamo che il rottamatore, dall’alto della sua divina sapienza, inappellabile onestà, con la forza della suo forte e giusto cambiamento non dirà assolutamente nulla, tacendo, incolpando chi lo denuncia di “portar rogne“, “esser cattivo“, “rovinargli il selfie“, mentre arriverà puntuale la bastonata sanzionatoria dell’UE?
Ma si, che volete che sia la tecnologia, l’innovazione… Noi siamo forti in storia medievale, vero Franceschini? Però, nel medioevo che tanto ti piace, restaci solo tu. Grazie.
L'articolo Equo compenso, vi basteranno 80€? Chiedetelo a Renzi, Franceschini e Boccia sembra essere il primo su -Bottyland-.